"Percezione" una parola che ho incominciato ad odiare per l'abuso ormai generalizzato che ne fanno soprattutto sondaggisti, politici, esperti vari e, a ruota, i giornalisti. Una volta "Percezione" mi richiamava alla mente tanti bei concetti. Secondo il mio dizionario di filosofia e psicologia significa "atto della coscienza con cui si acquista consapevolezza di un oggetto esterno attraverso i sensi: la percezione di un odore, di un sapore; la percezione del caldo, del freddo". Ovvero la "Percezione" è un dato REALE e non fittizio come invece l'uso erroneo, e secondo me intenzionalmente distorto, dei signori di cui sopra vorrebbe portarci a credere. Perché inquinano così il linguaggio? Ho una spiegazione. Lo scopo è di confonderci. Travisando le parole tentano di renderci incerti di ciò che, appunto, "percepiamo" riguardo alla realtà per inculcarci la loro pseudorealtà funzionale ai loro interessi ma sostanzialmente falsa. Perciò resistete! Rigettate questi tentativi di lavaggio del cervello. Nel mio caso il risultato di questi tentativi di manipolazione hanno sortito l'effetto che quando sento l'uso distorto di certe parole o espressioni mi prende un tale senso di nausea e di furore che, per calmarmi, devo riprendere in mano i miei amati libri ed immergermi nei meravigliosi universi della scienza dimentico della miserabile condizione in cui ci vorrebbero ridurre.
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 18:40:00
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@ Arcangelo Galante Condivido tutto ciò che hai scritto. Ormai i manipolatori cercano di utilizzare, per qualsiasi argomento, le tecniche dei manipolatori per eccellenza: i pubblicitari. Tutto viene ridotto a merce che deve essere venduta nella quantità maggiore possibile e al prezzo più alto.
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Arcangelo Galante
- 13/11/2017 18:11:00
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Una pubblicazione che ho trovato molto interessante, soprattutto perché è tutta incentrata sul vero e proprio senso che l’autore attribuisce alla “percezione”, negli aspetti peculiari, basati sulla sperimentazione concreta, piuttosto che astratta, gettonata parecchio ed indossata nello scenario dellumana esistenza, quasi come un “sentire” scontato. Essendo già stata fornita unampia delucidazione, in merito al contenuto trattato, mi limiterò nel dire che i concetti, emergenti dalla lettura del testo, ben congegnato e scritto, pongono domande al lettore attento, spesso, sempre alla ricerca di risposte, le quali, forse, solo nellindole delluomo stesso è possibile trovare. La percezione presenta, e talvolta si ripresenta, in ogni dove, nel percorso del cammino, da parte di manipolatori di pensiero che, con furbizia, abilità e qualche volta proprio con uno scopo chiaro, nel volerla adoperare per confondere una situazione masticata, in superficie e non in profondità, dal cervello. Dalla convenienza, alla separazione dei sentimenti, allinganno dei rapporti e sino al termine di un viaggio metaforico, o immerso nella concretezza della quotidianità, qualcosa sembra voler attanagliare il ragionamento che si aggancia a tale sensazione, sino a spingerla a interpretare un ruolo, a cui si assegna un significato, per ogni cosa, ogni situazione, ogni “verità” relativa al singolo individuo incontrato. E tutto ciò risulterà utile anche a chi verrà dopo, nellentrare nel teatro della scoperta? Chissà, forse, limportante, è non aver mai avuto paura di saper pensare, filtrando i messaggi della percezione e ben coniugandoli ad una determinato riscontro oggettivo. Un sincero, quanto sentito plauso di merito al pubblicante, per avermi offerto loccasione di tali considerazioni.
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 18:08:00
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@ Klara Rubino Per il fatto che siamo in disaccordo su certi argomenti non significa che non si possa dialogare, anzi forse si deve dialogare proprio per questo. Sono abituato alle discussioni. Ho passato tutta la vita in un ambiente, quello della ricerca scientifica, estremamente litigioso con colleghi e referees di riviste che spaccavano un capello in quattro. La ricerca è un ambiente darwiniano. I ricercatori sono tutti ambiziosi e pieni di sé ma hanno le debolezze di qualunque essere umano. Comunque non è un ambiente adatto ai timidi.
Diceva lillustre fisico Richard Feynman "Se credete di aver capito la teoria dei quanti vuol dire che non lavete capita." Infatti le sue leggi sono così assurde che è stupefacente che funzionino. I risultati degli esperimenti sulle "particelle" ci hanno costretti ad accettarle ma linsoddisfazione per lattuale formulazione sta spingendo i fisici ad indagare più a fondo. Ad esempio Einstein la riteneva una teoria incompleta, ma non riuscì mai a dimostrarlo. Comunque ci sono diverse interpretazioni delle leggi della meccanica quantistica che forse avrai già letto, ad esempio su Wikipedia (meglio leggere sia la versione italiana che quella inglese). Bisogna però tener presente che per "osservatore" sintende per lo più uno strumento, quindi un oggetto senza coscienza. Perciò la tua interpretazione, nella quale inserisci la coscienza, è unestensione ad un settore della conoscenza differente. Non saprei quanto ciò sia appropriato. Personalmente sono restio ad estendere leggi nate in certi contesti ad altri tipi di contesti senza una precisa teoria che ci dimostri che si può fare. Riconosco però che queste fantasie sono abbastanza praticate (anchio ogni tanto mi ci diletto) e magari ne può venir fuori qualcosa di buono in un settore o in un altro. Qualche precisazione. Una corpuscolo quantistico in realtà è un oggetto strano che possiede sia le proprietà di unonda che quelle di una particella nel senso classico (dualità onda-corpuscolo che può essere messa in evidenza dallesperimento della doppia fenditura). Quindi non è che l’onda collassa in particella, ma a seconda del tipo di misura si può mettere in evidenza laspetto ondulatorio o quello particellare di un corpuscolo quantistico. La realtà di un corpuscolo quantistico non è "potenziale" sono le sue manifestazioni, a seconda del tipo di misura, che possono essere diverse ma ciò non le rende "interpretazioni". Le equazioni sono in grado di calcolare esattamente ciò che accade, anche se in genere sono delle probabilità.
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Klara Rubino
- 13/11/2017 15:24:00
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Lasciando da parte le nostre precedenti discussioni circa il tema dellimmigrazione ( non dobbiamo essere per forza daccordo e non per il fatto che divergiamo sullargomento ti escludo in toto come interlocutore/ poeta/ uomo di scienza) su questo tema della percezione mi sembra interessante fare un collegamento con la fisica quantistica, per quello che ho letto e posso aver compreso io. Si dice che la presenza dellosservatore condiziona lesperimento, facendo collassare londa in particella. Mettendoci del mio, poeticamente parlando, propongo questa interpretazione della verità o realtà: un potenziale, unonda, lintenzione del soggetto, la coscienza fa precipitare questa realtà potenziale in un dato specifico, un particella, peccato che questo non corrisponda alla conoscenza della realtà, ma solo alla interpretazione di una delle sue possibili manifestazioni. Sbaglio?
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 14:23:00
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@ Franco Innanzitutto dovresti prima definire cosa intendi per "dato reale". Mi par di capire che "una presenza qui nella penombra" per te è un "dato reale" solo se può sentirti. E se fosse sorda? Se invece è nella tua mente certamente può sentirti! Naturalmente tu intendevi che la presenza debba essere una persona in carne ed ossa. Scherzi a parte, in tal caso è evidente che la tua percezione non è un "dato reale". Ma questa conclusione dipende solo dalla tua definizione riduttiva di "dato reale". Io non farei confusione tra "dato reale" e "vero o falso". Per me sono concetti profondamente diversi. Ti facevo lesempio del sensore e del miraggio (non importa se ottico o acustico) proprio per questo. Il sensore rileva un "dato reale" o no? Il segnale ottico o acustico è senzaltro un "dato reale". Ma a quale situazione corrisponde? Sono due problemi distinti. Non potrai mai saperlo senza ulteriori accertamenti e spesso accade che non è facile o addirittura impossibile fare accertamenti ulteriori. Pensa allosservazione delluniverso. Stiamo lì ad osservare baluginanti bagliori remoti, misteriosi flussi di radiazioni. Cerchiamo di formarcene una visione coerente con quello che conosciamo. Ma siccome per ora non possiamo andare in loco a controllare non sappiamo se la nostra visione corrisponda alla "realtà".
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 13:32:00
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@ Lorena Turri Hai precedentemente scritto che la "percezione" "non è un dato reale". Ciò significa, in base alla logica, che è sbagliata. Adesso hai cambiato idea o lhai precisata. Bene. Ora dici che non è sbagliata ma solo soggettiva. Questo è vero. Quindi può essere vera o falsa. Non si può decidere a priori senza ulteriore analisi. Ho però limpressione che tu continui a confondere la "percezione" con la "stimolazione sensoriale". Infatti fai solo esempi legati a questultima, come il gusto. Tra laltro il gusto non è solo questione di stimolazione sensoriale ma è condizionato notevolmente da aspetti culturali. In ogni caso questa visione è riduttiva. Esistono molti altri aspetti della "percezione". Infatti nel mio post originale io mi riferivo a coloro che identificavano "percezione" automaticamente con "impressione errata della realtà" e alludevo a fatti di una certa gravità come il numero dei reati che si commettono in Italia e la pericolosità degli immigrati. Contestavo le "autorità" che affermavano che le idee che le persone avevano di questi fatti erano "solo percezioni" intendendo con ciò "impressioni errate della realtà" e contrapponendole alle loro valutazioni (che sempre percezioni, in senso proprio, sono) spacciate come le uniche veritiere.
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Franco Bonvini
- 13/11/2017 13:09:00
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@Angelo. Quindi se io percepisco una presenza qui nella penombra è un dato reale? She can hear me?
Per il "poi si vedrà" non so.. io mi fido delle mie percezioni. Il confronto va bene, poi si affinerà le proprie percezioni, che restano personali.
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Lorena Turri
- 13/11/2017 12:32:00
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Io non ho detto che è sbagliato. Ho detto che la percezione di qualcosa è soggettiva perché legata ai 5 sensi diversi da persona a persona. Se per me un cibo è salato e per un altro insipido e per un altro ancora ha un giusto sapore, chi può stabilire qual è la reale condizione di quel cibo? Ogni percezione ha la stessa valenza nellambito della individuale capacità sensoriale.
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 11:58:00
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@ Lorena Turri Ho limpresione che tu faccia confusione fra percezione, stimolazione sensoriale e dato reale. Sono sempre dati reali. Qui sta lequivoco, voluto da quei falsificatori della realtà che ho citato. Nello specifico la percezione è il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Quindi essa è già unelaborazione che tiene necessariamente conto dellesperienza pregressa ossia di tutto il nostro bagaglio culturale. Non dipende solo dalla "stimolazione sensoriale" e non deve assolutamente essere confusa con questa. Che poi sia individuale è ovvio. Tutto è individuale. Ma "individuale" non significa automaticamente "sbagliato". Qui sta tutto linghippo.
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 11:21:00
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@ Franco Bonvini "Non è "impressione erronea della realtà" è percezione della realtà." Esattamente quello che intendevo io. Ma coloro di cui parlavo (sondaggisti, politici, ecc.) la usano solo in senso negativo. Qui sta la contraffazione.
"Nè vera nè erronea, solo individuale." Infatti. Occorre confrontarla con altre percezioni. E poi si vedrà.
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Lorena Turri
- 13/11/2017 10:26:00
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Chedo venia... Errata corrige: "un altro"
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Lorena Turri
- 13/11/2017 10:25:00
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La percezione è il risultato di una stimolazione sensoriale, non è un dato reale, ma esperenziale e soggettivo. Ad esempio,la percezione di un sapore dipende dalle caratteristiche delle papille gustative di ciascun individuo per cui io posso percepire come molto salato un cibo che per unaltro è insipido.
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Franco Bonvini
- 13/11/2017 09:52:00
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Non è "impressione erronea della realtà" è percezione della realtà. Nè vera nè erronea, solo individuale. Prendi "miraggio" certo cè chi ha percepito un miraggio ottico e chi un miraggio acustico. Senza sapere quale intendevi in realtà. E perdendo di vista la parola.
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Angelo Ricotta
- 13/11/2017 09:07:00
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@ Franco Bonvini @ Ferdinando Battaglia
Fammi allora un esempio di "dato della realtà". Comunque fasulla è lautomatica identificazione di "percezione" con "impressione erronea della realtà" che è quella che viene fatta e che io contesto perché falsa sia etimologicamente che secondo ogni teoria filosofica e psicologica. La percezione è una elaborazione dei dati sensoriali e quindi è potenzialmente in grado di distinguere tra vero e falso. Poi persino i ragionamenti più complessi possono essere viziati da errore, ma questa è unaltra questione. Restituiamo alle parole i loro reali significati! Ma quelli che le distorcono lo fanno intenzionalmente, sono in malafede.
Per quanto riguarda la parola "immigrati" non vedo dove sia il problema. Non cè valenza negativa in essa: si tratta di persone che si sono stabilite in un paese straniero o in una regione del proprio paese diversi da quella in cui sono nate. Di persone quindi si tratta. Unaltra faccenda è il giudizio sulle migrazioni. Quelle attuali verso il nostro paese sono, per me, molto dannose per noi.
Un sensore non fornisce automaticamente uninterpretazione corretta della realtà. Pensiamo, ad esempio, ai miraggi. Li vedono anche i sensori, ma loggetto fisico è altrove. Occorre sempre un processo di elaborazione per dirimere la questione.
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Ferdinando Battaglia
- 13/11/2017 05:41:00
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Non credo si possa definire la percezione un dato della realtà, forse più verosimilmente un elemento del processo conoscitivo ed interpretativo del reale (rimane pur vero che il linguaggio può mistificare la realtà, traversandola con le proprie narrazioni, pensiamo ad esempio al termine "immigrato", selezionato tra le tante possibili definizioni: essere umano, persona, fratello, figlio di Dio, etc etc.).
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Franco Bonvini
- 12/11/2017 16:44:00
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A me sembra il contrario.. ma non cè un esempio di quell "uso erroneo" che dici, e quindi magari sbaglio. La percezione è un processo psichico della coscienza e non il dato reale. (diciamo aquisito da un sensore)
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Antonio Aiello
- 12/11/2017 16:06:00
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Sì Angelo ci vogliono "traviare"... ma noi ci opponiamo con la nostra brava percettività e la nostra fierezza... e non abboccheremo alle loro mistificazioni, come suggerisce sagacemente lArbalete!
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L’Arbaléte
- 10/11/2017 22:56:00
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Si rifanno a etimologie fasulle, Angelo, così da mistificare "percezioni" in "precetti". Sono daccordo, vegliare! Svegliarsi!
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